Un modo di dialogare che usa la Filosofia come metodo di guida
Con il termine “Dialogo Filosofico” si intende una modalità di dialogare che usa la Filosofia come metodo di guida.
L’idea si ispira ai “Café Philo” (dal francese “Café Philosophique o Philo”) del Settecento, quando era comune riunirsi nei salons e nei café per discutere di argomenti di diversa natura.
Uno dei maggiori conversatori dei principali salotti filosofici dell'epoca era Diderot e, insieme a lui, vi parteciparono anche Montesquieu, Rousseau e Voltaire.
La pratica ha subito varcato i confini nazionali, giungendo anche in Italia, e si è protratta nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni.
A riscoprire la bellezza dei café philo fu, nel 1992, il filosofo francese Marc Sautet, il primo ad aver aperto in Francia uno studio di consulenza filosofica sulle orme di quanto iniziato da Gerd B. Achenbach in Germania.
Il luogo di dibattito era il Café des Phares a Parigi nei dintorni di Place de la Bastille.
Sulla scia di Sautet, ad oggi, sono circa 170 i Café Philo in Francia e 80 in diversi paesi del mondo.
Il “dialogo filosofico” è un dialogo critico-argomentativo che si sviluppa nel confronto con gli altri, consentendo di costruire insieme percorsi di indagine sulle dimensioni filosofiche dell’esperienza.
Si svolge scegliendo un tema di riflessione di interesse comune e si sviluppa attraverso la ricerca - da parte dei partecipanti - del proprio pensiero rispetto al tema scelto.
La ricerca e l’esposizione del proprio pensiero vengono stimolate dal facilitatore attraverso l’arte di domandare ispirata al dialogo maieutico.
Il facilitatore ha anche lo scopo di invitare i partecipanti a ricercare le premesse del proprio pensiero e la validità logica delle argomentazioni proposte; mantenere il focus del gruppo sul tema scelto; garantire a tutti la possibilità di parlare in un clima di scambio armonioso, evidenziando l’emergere delle idee e gli aspetti filosofici delle loro connessioni.
Il facilitatore potrà anche proporre dei testi tratti dalla letteratura filosofica utili come spunto ai fini del dialogo che si andrà sviluppando.
Altra caratteristica peculiare di questi dialoghi è la modalità della comunicazione: indispensabile - anche per l’elaborazione del proprio pensiero - è l’ascolto attivo e inclusivo: ogni partecipante, nella sua esposizione, viene invitato a tenere in considerazione le riflessioni altrui ed, eventualmente, a controargomentarle, nella convinzione che l'integrazione di punti di vista diversi sia utile ad ampliare e raffinare la propria visione.
Questa dinamica stimola e induce quindi non solo l’ascolto attivo, ma anche un atteggiamento di apertura all’altro e alle istanze che porta, favorendo un ambiente di confronto, tolleranza ed apertura mentale ed emotiva, oltre che cognitiva.
In sintesi, il “dialogo filosofico” è utile per:
Alcuni esempi di temi che possono essere trattati nei “Dialoghi Filosofici”:
E' un dialogo in cui viene svolta un'indagine collettiva su un tema di interesse comune;
Il metodo segue il rigore della logica;
Il facilitatore coadiuva il gruppo nel tenere la modalità filosofica di dialogo;
Tutti possono partecipare a questo tipo di dialogo, anche senza una specifica formazione filosofica.
In particolare, qualora lo si proponesse nelle scuole, il “dialogo filosofico” risponde a tutte e quattro le aree prese in considerazione dalle “competenze specifiche e trasversali” richieste dalle “Linee guida ministeriali sui PCTO”; competenze utili anche in ambito lavorativo.
Nello specifico, il dialogo filosofico consente di incrementare: